Lasciare

Quando si decide di "lasciare" qualcuno o qualcosa si soffre.

Inspiegabilmente si vive una doppia vita, con una doppia personalità in cui due forze contrapposte si sfidano.

Si tenta di arrivare a una decisione, si medita, magari per anni, si piange, ci si addolora per la paura, il timore del dopo, dell'ignoto  e di quello che sarà.

Il timore è forte e diventa quasi un compagno di vita,  ci si abitua alla paura e pertanto non si teme di decidere e guardare il nostro progetto con ammirazione e desiderio di viverlo.

Il desiderio di decidere è forte, pungente, ma non bisogna agire d'impulso, è d'uopo attendere  il  momento in cui ci sentiremo pronti, talmente forti da  immergerci nell'ignoto.

Dall'altra parte tuttavia c'è l'altro noi che ci guarda spaventato, incredulo e vorrebbe lasciare le cose immutate, non sfiorare nulla, sperando poi che un giorno forse, magari,  qualcosa cambierà.

Quest'altra parte di noi è permeata da un fortissimo bisogno di sicurezza.

La situazione che stiamo vivendo non ci piace, ci fa vivere al buio, ma ha un lato che ci permette di vivere in sicurezza, di sentirci parte di un mondo circoscritto, un porto sicuro dove approdare nel momento in cui il mare si agita gettando su di noi le sue onde arrabbiate.

Sono due desideri contrapposti e in entrambi i casi la sofferenza fa da regina sul palcoscenico della nostra vita, in tutti i suoi ambiti.


Questa forte dicotomia la viviamo nel momento in cui lasciamo qualcosa o qualcuno, un lavoro, un partner, un progetto.

Tuttavia  nel momento in cui si decide si torna a respirare e le paure, i timori si dissipano aprendo uno squarcio su un orizzonte sconosciuto, ma sicuramente accattivante e stimolante.

Questa guerra interiore che si realizza ogni vota che si tenta di dare un senso alla propria vita, questa spinta verso il proprio benessere mi ha portato a pensare che non solo i singoli ma anche le coppie lottano quotidianamente per poter continuare a danzare insieme e dare un senso alla loro danza.

 Molte coppie decidono di pensare al proprio futuro familiare anche nel momento in cui tutto quello che prima era chiaro e lampante ora è nebuloso e sfocato.

Quando una coppia decide di affrontare un percorso di Mediazione Familiare è lacerata dai dubbi e dalla sofferenza che ha vissuto e che vive.

Affrontare il discorso insieme sul vissuto matrimoniale e soprattutto valutare come potrebbe essere la vita successivamente ad un'eventuale separazione concede la possibilità alla coppia di interrompere il legame coniugale lasciando comunque uno spiraglio di luce sul futuro della famiglia.

La famiglia, nonostante tutto il dolore, i dissapori e  i rancori continuerà ad esistere sotto il profilo del legame genitoriale, laddove ci sono dei figli.

Decidere di recarsi nello studio di un Mediatore è  un atto che merita grande rispetto perché la decisione è preceduta da momenti di dolore, dal desiderio di rivalsa sul partner per poi giungere ad un momento in cui si sceglie di provare a dare una possibilità in più alla famiglia, una possibilità diversa, un modo diverso di amare, anche se in presenza di un forte conflitto.

Decidere di lasciarsi andare a lavorare sul conflitto è questa la sfida di un percorso di Mediazione Familiare.

Aprirsi all'altro, alla sua diversità, confliggere senza sconfiggere.

Per arrivare a questo è necessario prima di tutto "decidere" ovvero decidere di incamminarsi verso nuove e diverse strade per intravedere differenti scenari.

Lasciarsi  mediando darà sicuramente un futuro a coloro i quali dilaniati dai dubbi, decidono con il cuore di regalare  un futuro diverso alla loro famiglia, quella famiglia creata il giorno in cui si ha dato la possibilità all'amore di entrare nella nostra vita per cambiarla per sempre.





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