Invisibili

Vi è mai capitato di sentirvi invisibili?

Ci si sente persi, totalmente assenti dal mondo che ci circonda,  avulsi.

La sensazione che si vive e che attraversa ogni fibra del nostro corpo, del nostro cervello è di totale incomunicabilità con il mondo circostante come se fossimo circondati da persone che parlano una lingua incomprensibile che noi udiamo ma non capiamo.

Una sensazione di paura, timore che ci induce a vedere come se fossimo dietro a un vetro, uno schermo dietro al quale la vita scorre, gli altri vivono e noi siamo paralizzati dalla paura.

In quei momenti in cui il fantasma invisibile si impossessa di noi gettandoci addosso il suo mantello ci sentiamo nel posto sbagliato.

Non siamo noi, siamo diversi, ci guardiamo intorno e l'unica domanda che riusciamo a porre e a porci è "cosa ci faccio qui?".

Può capitare ovunque in mezzo alla folla, sul posto di lavoro,  a scuola, in famiglia oppure anche in coppia.

Quando capita sul posto di lavoro oppure a scuola il rischio che si corre è altissimo poiché poniamo di fronte agli altri un nostro sé che non corrisponde assolutamente a verità, un sé totalmente dissimile da chi in realtà siamo e sentiamo.

Non viviamo la nostra vita, non diamo voce ai nostri pensieri  a tutto quello che alberga la nostra mente e il nostro cuore e veniamo inghiottiti da una spirale di  solitudine dalla quale poi risulta molto difficoltoso emergere.

L'invisibilità ci concede la possibilità di proteggerci da tutto ciò che alla nostra vista e al nostro cuore si rivela scomodo e diventa pertanto un guscio protettivo.

Questa sensazione può essere vissuta anche all'interno di una coppia.

Quante volte non siamo in grado di approdare sulla spiaggia della nostra vita per puro timore, paura del giudizio e preferiamo lasciar scorrere il fiume senza fermarlo e senza attraversarlo vivendo situazioni, momenti di difficoltà con l'altro unicamente nella propria testa, senza esternare i nostri pensieri?

Quanti sono i conflitti che viviamo con l'altro unilateralmente nell'intimo del proprio io che ci portano poi a remare in mare aperto in balia delle onde emotive con difficoltà insormontabili nel tenere la rotta?

Sentirci invisibili e soprattutto soggiacere a questa sensazione è un atto di mancato rispetto nei confronti di noi stessi, poiché non permettiamo agli altri, all'altro di conoscerci di entrare in relazione con noi, di occuparsi di noi legittimando in tal mondo la nostra chiusura in un guscio buio e stretto.

Uno dei mezzi che potrebbero trasformarci da invisibile a visibile potrebbe essere tentare di porre in essere una comunicazione assertiva che permetta agli altri, all'altro di capire, entrare in connessione con noi, aiutandoci ad abbattere quelle barriere emotive che ci isolano dal mondo.

Non è facile, non è semplice, spesso è necessario un aiuto di un terzo che si frapponga tra noi, l'altro il mondo e che aiuti facilitando la comunicazione, al di là dei giudizi, oltre le etichette che inevitabilmente vengono utilizzate per identificarci.

Gettare  le basi per una comunicazione fertile è importante per dare nome alle  emozioni che si agitano nel nostro intimo, tentando  di intercettare i segnali dell'altro, le sue percezioni, si tratta di un ascolto che non usa le orecchie bensì il cuore.

E voi cosa ne pensate? Vi è mai capitato di sentirvi invisibili?









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