Il silenzio dei figli



Lo sguardo dei genitori che vivono la separazione  sui figli è quasi sempre uno sguardo inizialmente  preoccupato.

Ci si preoccupa di tutto se l'evento avrà un impatto sul rendimento scolastico, oppure se i figli saranno in grado di accettare la separazione magari condividerlo con gli amici più cari. 

La preoccupazione è il primo sentimento provato dai genitori.

Si pensa a come informare i figli, quando dirlo, chi lo deve fare e la maggioranza delle volte le cose non vanno come si erano programmate, perché uno dei genitori si rifiuta e delega l'altro, oppure perché è talmente forte l'ansia di non ferire che si finisce per celare la realtà oppure edulcorarla nella speranza di non far soffrire i figli e di evitare eventuali capricci e malumori.

Tuttavia si scivola poi sul conflitto di coppia e se dobbiamo urlare con il partner o sbattere i pugni sulle porte non ci preoccupiamo  e lo facciamo..

Perché?

Perché intorno alla separazione coniugale esiste un grande, enorme equivoco.

Si pensa che informare i figli nel modo più adatto, oppure dipingere di rosa la loro nuova cameretta possa far superare tutto.

Se il figlio non parla, non piange, non fa capricci va tutto bene.
Si pensa "capirà"oppure "mi capirà", "lo sa", oppure si può arrivare a dire che "la situazione è migliore così perché comunque lui/lei non è un buon padre/madre".

Si dice "non ti mancherà", "non capisco la tua tristezza".

Quello che non si pensa è che ai figli bisogna evitare di vivere i nostri conflitti coniugali, e soprattutto non bisogna aspettarsi che i figli si adeguino,  che siano loro a colmare i nostri bisogni più profondi, le nostre mancanze vissute all'interno della coppia e soprattutto bisogna condividere il loro dolore.

C'è un motivo  a tutto ciò ed è la tutela del legame genitoriale.

Evitiamo che i nostri figli silenti di fronte alle nostre urla con il partner, oppure di fronte alle nostre scelte dettate da rancore e impulsività diventino poi terreno fertile per sentimenti poco calorosi nei nostri confronti lontano nel tempo, in età adulta, in un momento inaspettato della loro e della nostra vita quando pensiamo che "è tutto passato".

I nostri figli sicuramente ci "perdoneranno" perché la giovane età li porta comunque ad andare avanti, a guardare al futuro e fare un passo in avanti rispetto al nostro/loro passato.

Tuttavia se non sapremo tutelare il legame genitoriale fidandoci solo dello scorrere della vita tranquilla e dei loro silenzi inevitabilmente il rapporto con loro cambierà.

Loro non se ne accorgeranno, non si renderanno conto ma lo faranno.

Crescendo, pur perdonandoci delle nostre mancanze per non essere stati così pronti a raccogliere i loro bisogni emotivi più profondi, ci sfuggiranno, ci giudicheranno pur amandoci, ma sarà un amore "controllato" un amore di chi non è stato capito e accolto in un momento cruciale della crescita.

E' importante lavorare sul conflitto di coppia oggi per evitare che il quadro che stiamo dipingendo  della nostra relazione con i nostri figli non sia macchiato un domani di un qualcosa di indelebile.

Il lavoro sul conflitto non è competenza dell'avvocato, sono i Mediatori Familiari gli artefici di questo percorso che ci accompagnerà fino all'accordo di separazione.

Una separazione in cui il Mediatore ha fatto la sua parte frutterà  accordi più duraturi e rispondenti al progetto di vita di ognuno,  ai bisogni più profondi di una famiglia, in quanto elaborati con l'ausilio dell'intelligenza emotiva,  dell'empatia che fa di un Mediatore la persona giusta per noi in un momento molto delicato e importante della nostra vita.

Affrontare  i nostri conflitti di coppia con un Mediatore per poi approdare nello studio di un Avvocato più consapevoli e più rafforzati ci permetterà di far stare bene i nostri figli oggi affinché siano sereni un domani in cui il nostro rapporto con loro sarà alla pari e loro saranno in grado di guardarsi indietro accarezzando il loro passato e nel contempo noi.


Commenti

Post popolari in questo blog

Un tempo sospeso

Una lettera

Il cassetto