E c'è anche che non ti amo più....

Kramer contro Kramer film uscito nel 1979 mi è entrato nel cuore!

Il film di Robert Benton a mio avviso rappresenta uno splendido esempio di Mediazione Familiare.


I coniugi Ted e Joanna affrontano un’estenuante e dura guerra in tribunale per l’affidamento del piccolo Billy.


Billy da un anno vive solo con il padre Ted poiché la mamma Joanna ha abbandonato la casa coniugale lasciando il marito Ted e il piccolo Billy a causa delle insoddisfazioni incontrate nel matrimonio.


Chi ha visto il film ha sicuramente pianto davanti a quelle scene in cui Joanna viene fatta letteralmente a pezzi dall'Avvocato di Ted, il quale fa di tutto per dimostrare che lei non è stata e non può essere una buona madre.


Nonostante gli sforzi dell'Avvocato di Ted Joanna vince  e la sentenza le  affida Billy.


Il giorno e l'ora indicati per il trasferimento del piccolo Billy dalla casa del padre alla casa della madre vedono uno splendido bambino dilaniato dall'idea di lasciare la sua casa, il suo mondo con il padre i suoi giochi.


Billy è seduto nel soggiorno circondato dalle sue valigie dai suoi giochi, il citofono suona è Johanna venuta a prenderlo.


Inaspettatamente Joanna chiede al marito di scendere da solo e tra le lacrime, distrutta dal dolore dice a Ted che ha deciso di lasciare Billy con il papà, nella casa coniugale per non stravolgere le sue abitudini e soprattutto non  causargli un secondo dolore.


Joanna e Ted riescono ad andare oltre il loro conflitto, oltre la sentenza di affidamento, aprendo tra loro un nuovo canale comunicativo.



E' qui il cuore della Mediazione Familiare; riuscire ad andare OLTRE accogliere il dolore dell'altro, superare il conflitto per ricostruire un nuovo assetto familiare, che permetta agli ex coniugi di continuare ad essere genitori insieme, nonostante la separazione, cercando di mettere in primo piano i bisogni materiali ed emotivi dei figli.


E' difficile sicuramente, impossibile no..è un'esperienza di vita che ci conduce altrove, in un dove sconosciuto traghettandoci su un terreno dove l'altro viene riconosciuto nel suo dolore, nel suo essere più profondo e i bisogni emotivi dei figli vengono riconosciuti.


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