Il tempo e la fiducia ovvero: il sapone fatto in casa By Elvira Zaccagnino

È circa un anno che faccio in casa il sapone da bucato. Acqua, sapone di marsiglia naturale, bicarbonato in una pentola. Portare a ebollizione il tutto e poi aspettare.
Prima un composto indefinito, poi una fase liquida dove il tutto ha l’effetto di uno specchio tanto è trasparente, poi un amalgama tra il solido e il liquido. Lasciar raffreddare e usare. Direttamente nel cestello. Tra i panni da lavare.

Ci vuole tempo per fare il sapone.

Ma la prima volta ci vuole fiducia che possa funzionare. Che quel miscuglio che mette insieme solo 3 elementi possa veramente pulire.
Siamo stati educati a detersivi sgrassanti, igienizzanti, profumati. Uno per ogni tipo di bucato, di macchia, di tessuto, di temperatura. Un giro negli scaffali e scegli. Metti nel carrello. Poi a casa usi.

Non uno ma a volte anche più detersivi insieme.

E profumi di lavanda, di muschio bianco, di sapone di marsiglia, di oceano a seconda dell’ammorbidente che usa.
Perchè alla fine ci vuole l’ammorbidente. Ed è quello che comanda il profumo.
Con il sapone fatto in casa profumi di pulito e basta. Perchè il sapone di marsiglia naturale non profuma di marsiglia. L’acqua non profuma. Il bicarbonato non profuma. Ma insieme sgrassano, candeggiano, ammorbidiscono e lasciano spazio al pulito.


Quando ho fatto la prima volta il sapone, mi sono conservata un po’ del solito detersivo in polvere. ‘Non si sa mai. Metti che non funzioni?’, mi sono detta. È ancora lì.

A fare il sapone in casa ho imparato che gli ingredienti per pulire i tessuti sono pochi e già esistono in natura. Che non devi aver fretta del risultato, che devi fidarti e affidarti, che le dosi sono fondamentali per avere il composto giusto. E soprattutto che c’è una fase della lavorazione dove ognuno dei tre elementi perde totalmente se stesso. È la fase in cui nella pentola, dopo aver spento la fiamma, tutto diventa incredibilmente trasparente. Non c’è nulla di solido lì dentro. Ogni cosa ha perso le sue caratteristiche.

Poi lentamente tutto diventa altro.
L’ultima volta che l’ho fatto ho pensato che forse vale anche nella mediazione. Pochi gesti, poche parole che sono già dentro di noi, sepolti da anni di additivi e rigeneranti chimici. Perchè funzioni però bisogna attraversare la fase della trasparenza, della totale perdita delle proprie convinzioni, del proprio punto di vista assunto come oggettivo, delle paure e fragilità che ci rendono forti o insicuri.

E poi ci vuole tempo. E fiducia che possa funzionare.

About Elvira Zaccagnino

Elvira Zaccagnino, direttrice della casa editrice Edizioni La Meridiana, ama cercare in tutte le cose un punto di vista che possa rimescolare le carte e far ripartire i giochi.
Lavora per confermare e non smarrire la strada maestra,ma soprattutto per continuare a percorrerla senza appesantire il passo.




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