Un sorriso

Cosa lasciamo ai nostri figli, quali valori, quali ricordi?

E' una domanda che mi faccio spesso, quasi sempre e nel contempo mi chiedo cosa ci hanno lasciato i nostri genitori a loro volta.

Queste domande mi si presentano spesso nel corso di una giornata, in momenti diversi.

La risposta che ogni volta mi si propone è sempre la stessa. 

Cosa può lasciare un genitore a un figlio di così prezioso, indelebile?

A mio sommesso avviso, il sorriso.

Il sorriso è tutto, il sorriso è dipinto sul volto delle persone, lo ritroviamo nello sguardo, in un bacio in un abbraccio.

Lo ritroviamo nelle fotografie.

Credo sia una cosa molto triste quando un figlio guardando una fotografia di anni addietro pensi quanto fosse triste il proprio genitore.

Eppure accade.

Succede  quando il figlio è adulto e allora guardando quella fotografia tenta con ogni mezzo possibile regalato dalla mente di tornare indietro con il pensiero di ritrovarsi in quel momento o momenti simili  per capire cosa ha oscurato il sorriso.

La tristezza dei genitori è un qualcosa che difficilmente si supera a livello emotivo.  


Mi sento di dire che può essere una sorta di macchia  che si tenta di nascondere ma è lì, ci accompagna nell'infanzia e resta con noi mentre viviamo la nostra vita da adulti.

Ciò che crea molto dolore è anche un genitore che giorno dopo giorno  affligge i figli con i  problemi matrimoniali e pensa e medita incessantemente  a quello che è stato, come doveva essere, come avrebbe dovuto essere.

Quanto è giusto e sano riversare sui propri figli i  problemi matrimoniali, pensando, credendo in buona fede che possano capire?

Non parlo di casi in cui i conflitti oltrepassano il limite per sfociare in violenza ma di quei conflitti dovuti a incompatibilità di carattere, aspettative mancate e deluse.

Quanto i figli possono comprendere? Siamo davvero convinti che questo possa accadere?

L'amore che i  figli provano per i genitori non necessariamente li porta a comprenderli nei bisogni emotivi più profondi.

I figli sono altri, sono persone e considerarli un mezzo per sentirsi capiti, assolti negli errori commessi o subiti sul piano coniugale non è un mezzo efficace per lasciare un'eredità psicologica che farà di loro delle persone sicure da adulte.

Addossare sui  figli le  delusioni di vita  impedisce di vederli, di viverli di capirli e conoscerli, non permette di esserci in quel preciso momento ovvero di starci.

Quanto è difficile stare nel presente senza struggersi sul passato o pensare al futuro?

L'eredità più preziosa che un genitore può lasciare è la gioia di vivere, il sorriso, autorizzando i figli a   vivere la loro vita con gioia, libertà senza sentirsi costantemente in colpa nei  confronti  dei genitori per le gioie che la vita regalerà loro o per il desiderio di vivere fuori dal mare della tristezza e dipingere i propri giorni di luce.

Quello che i  figli si aspettano è che insegnamo loro il mondo, ma laddove un genitore combatte ogni giorno con la vita in maniera acerrima senza trovare un punto di mediazione emotivo nel proprio intimo difficilmente sarà in grado di lasciare un'eredità emotiva tale da trasmettere sicurezza e spezzare la catena della tristezza.



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