Aprirsi all'altro...

Mi sono soffermata a pensare  come il matrimonio  sia l’incontro di due diverse personalità che desiderano unirsi ma nello stesso tempo sono distinte e portano ciascuna una propria unicità e straordinarietà.

Personalmente non credo nella fusione delle menti, nella fusione degli individui che diventano un unico respiro, un unico gesto.

Questa percezione presumo attenga alle prime esperienze amorose, durante l'adolescenza, quando la scoperta dell'altro unita alla scoperta del mondo accende di meraviglia ogni istante e sorge spontaneo il desiderio di unione, perché il diverso fa paura. 

Mi piace pensare  che quando, più in là negli anni,  si decide di unire  la propria vita a quella di un altro  si è in due e si resta due sempre e comunque e ritengo che sia proprio la diversità a creare quel fascino che poi porta all'amore. 

Mi innamoro dell'altro perché è diverso da me, perché mi conduce verso orrizzonti mai visti, sconosciuti.

Ognuno consegna  il proprio essere, il proprio vissuto, ciò che è stato e soprattutto ciò che sarà, nel bene e nel male. 

Entrambi portano altresì i propri bisogni materiali, ma anche emotivi che mutano  nel tempi, si adeguano alle diverse  situazioni che la vita ci propone. 

Partiamo dalla premessa che il patto coniugale si pone a metà strada tra una dichiarazione di impegno che può riguardare la fedeltà, ad esempio, e una dimensione inconsapevole, segreta che riguarda i bisogni di ognuno, le speranze, i desideri che i partner portano nella vita in comune. 

La difficoltà maggiore credo sia  rendersi conto dei bisogni dell’altro,  soprattutto delle evoluzioni e cambiamenti che si scatenano nella mente dell'altro. 

I bisogni talvolta rimangono inespressi, su un'altra dimensione e si ha quasi la pretesa che l’altro abbia una sorta di radar per intercettarli e soddisfarli nel più breve tempo possibile.

Nel caso in cui l'altro  non risponde ovvero se non soddisfa immediatamente il bisogno inespresso o espresso in maniera poco chiara le reazioni possono essere le più svariate.

C'è chi si chiude in sé per poi esplodere improvvisamente senza una ragione, chi si lamenta, chi gioca ad addossare all'altro colpe.

Tutte queste reazioni trasformano il bisogno in pretesa e l'incomprensione sale e si annoda sempre di più.

Sicuramente i caratteri diversi, le aspettative non soddisfatte, i problemi di salute, di lavoro  o personali hanno un ruolo molto pesante nell'incomprensione che nel quotidiano può crearsi tra due persone unite da un vincolo d'amore. 

Nel corso della vita a due tutti inciampiamo in qualche situazione disagevole, succede a tutti di perdersi anche solo per un attimo nel labirinto dei conflitti e avere enormi difficoltà a trovare la via di uscita.

I conflitti si scatenano con l'altro ma...esistono persone che hanno la tendenza a ignorarli, per quieto vivere oppure per paura di scatenare qualcosa che poi hanno difficoltà a gestire.

I conflitti vissuti nel proprio intimo, nella propria mente che prendono le mosse da premesse implicite, da gabbie mentali che ognuno si costruisce risultano poi essere quelli più tossici e quel che resta nel proprio animo e non trova un'espressione vocale alla fine esplode.

Un desiderio non espresso, un dolore non raccontato, una paure non detta sono ferite che ci accompagnano e non ci lasciano.

A mio sommesso avviso non bisogna avere timore di esprimersi non bisogna aver paura di esternare ciò che si ha dentro e che ci logora per la semplice preoccupazione di non riuscire a gestire le emozioni che potrebbero sopraffarci.

E' d'uopo imparare a parlare, a dialogare anche se i toni si accedono, per sbloccare quanto è rimasto imprigionato nella nostra mente e non trova una via d'uscita.

I bisogni non espressi si incancreniscono creando poi diramazioni che possono essere fatali per la relazione. 

Il confronto è di di vitale importanza, far luce sulle ragioni dell'altro, accettare gli ostacoli anche se si è stanchi e non si ha voglia di scavalcarli, cambiare la prospettiva, il punto di vista è un'opportunità che ci permette di capire che tutti hanno il loro bagaglio di ragioni.

Tentare di capire le ragioni altrui, ma nel contempo esternare le nostre e  creare una nuova luce che possa essere accettata dall'altro  ci permette di allargare gli orizzonti guardando oltre, intravedendo mondi impossibili, accendendo luci sul futuro provando a distruggere gli stereotipi umilianti degli altri che ognuno si crea nel proprio intimo. 

Per questo mi dico parliamo...parliamone...

Parliamo anche se siamo così stanchi che la testa ci gira e gli occhi si chiudono per una giornata pesante, se c'è un desiderio che vuole solo uscire, un pensiero che chiede solo di essere trasformato in voce, parliamo! 

Quello che ci fanno gli altri o che pensano gli altri ha importanza fino a un certo punto, noi abbiamo la possibilità di scegliere e possiamo scegliere di evitare di trasformare il non detto in danno.

Comprendersi vivendo un conflitto e superarlo   ci  permette di far rinascere  e migliorare la  relazione ed è sicuramente più sano che andare d'accordo  freddamente o celare ai propri occhi gli ostacoli, il tutto in vista del nostro benessere.


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