Il giusto Mediatore

Non è diritto tutto ciò che è giusto; non è giusto tutto ciò che è diritto.

Anni fa il mio professore di Diritto Civile iniziò così una lezione e questa affermazione non l’ho mai dimenticata, è vissuta con me ed è bello pensare che mi ha portato sino a qui oggi.

In linea generale possiamo dire che il concetto di "giusto" non sempre si riferisce al diritto.

Il diritto infatti resta comunque valido anche se ingiusto anche se talvolta racchiude dei vuoti da colmare.

La legge dovrebbe interpretare la realtà e restituircela in tutta la sua pienezza in modo da essere comprensibile, vivibile, vera. 

La  legge non può prescindere dai  rapporti sociali, dalla vita dei singoli e recepirne la profonda verità e soprattutto dovrebbe essere al passo con i bisogni delle persone, i bisogni più profondi.

Nel nostro ordinamento giuridico la Mediazione Familiare si è affacciata molto timidamente con la legge 54 del 2006 relativa all’affido condiviso che è intervenuta novellando alcuni articoli del Codice Civile.

Il primo riferimento normativo all’istituto della Mediazione Familiare era inizialmente contenuto nell’art. 155 sexies, secondo comma, poi modificato dal D.Lgs 28 Dicembre 2013 n. 154 in materia di Filiazione che ha introdotto l'art. 337 octies del Cod. Civ. dove si assegna alla Mediazione Familiare un ruolo atto ad aiutare i coniugi a raggiungere un accordo con riferimento alla tutela materiale e all’interesse morale dei figli.

Non troviamo altre menzioni importanti relative alla Mediazione Familiare nel nostro ordinamento e quindi il tutto spesso è lasciato all’interpretazione dei Giudici oppure alla  sensibilità dei singoli che aiutati da Giudici o Avvocati profondi e attenti li invitano a intraprendere un percorso di Mediazione Familiare. 

Come si intreccia il concetto di giustizia con la Mediazione Familiare?

Cosa è giusto per il Mediatore e per le coppie che si presentano al suo cospetto?

Cosa fa la differenza rispetto ad altri iter?


La Mediazione non è un procedimento “inferiore” a quelli che vengono portati davanti a un Giudice, ma è l’unica strada possibile e l’unica scelta vincente per quei conflitti che hanno una grande valenza emotiva, affettiva, come nel caso delle separazioni o in linea generale nei conflitti tra familiari. 

Nei conflitti e soprattutto parlando di separazioni la Mediazione va ben oltre la norma, oltre il diritto.

Non si tratta di un mezzo per superare il conflitto giungendo frettolosamente ad un accordo, ma nella Mediazione il conflitto viene trasformato, perché viene cambiato in sintesi subisce una metamorfosi.

Viene modificato altresì il punto di vista dei singoli che con l’aiuto del Mediatore riescono a spostare il loro punto di vista per riuscire a vedere quello dell’altro.  

Il Mediatore parte dalla parola per andare oltre permettendo in tal modo il riconoscimento dell’altro, ma nel contempo la comunicazione messa in atto dal Mediatore regala la possibilità di attraversare le parole e superarle facendo emergere tutto quello che viene percepito solo a livello emotivo.

Attraverso le parole e i silenzi il Mediatore offre la possibilità ai protagonisti di liberarsi, di dar voce a tutte quelle sofferenze che non sono mai state raccontate oppure al contrario urlate  talmente tante volte da non essere più ascoltate.

Il Mediatore usando l’ascolto empatico sortisce un quid in più, quell’effetto ulteriore di equilibrio, quella sensazione di “giusto”.

Giusto in Mediazione è lasciare gli attori liberi sul proprio palcoscenico a narrare le loro storie ed elaborare in autonomia le soluzioni per le loro future vite.

Il Mediatore è al loro fianco sul palcoscenico per poi scomparire dietro le quinte al momento giusto.

In Mediazione le persone possono mettersi alla prova e sperimentare gli accordi futuri.

Nella gestione dei figli spesso viene offerta la possibilità di vivere gli accordi prima di formalizzarli davanti a un Legale.

Relativamente ai minori, ad esempio, il tempo da trascorrere lontano dalla casa dove il minore ha la residenza principale può avvenire gradualmente, non all’improvviso e anche i week end possono essere organizzati con un solo genitore lentamente verificando le reazioni del minore e gestendo il periodo di transizione di conseguenza.

I genitori hanno la possibilità di sperimentarsi in questo cambiamento, in questo nuovo ruolo di genitori che implica un diverso modo di fare famiglia cercando la loro verità, la loro giustizia consona alle loro esigenze.

Gli accordi che i coniugi in Mediazione riescono ad elaborare per sé stessi e per la loro famiglia rappresentano quindi un terreno giusto per loro, dove potersi muovere e continuare a vivere ed essere genitori, facendo scaturire in siffatto modo  la loro personale giustizia.






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