Le 4 stagioni - l'inverno e la primavera

Durante un viaggio  in macchina il mio sguardo si è posato su una serie di alberi spogli e ho pensato che comunque nonostante la nebbia che li avvolgeva, la tristezza che emanavano erano belli. 

Li ho visti belli perché dopo pochi mesi sarebbero diventati immensi, verdi.

Lo stato in cui si trovavano, il paesaggio che popolavano in quell’istante non era perenne, donavano  quasi un senso di speranza.

Si stavano preparando a un grande cambiamento.

In un attimo il pensiero è andato alla Mediazione Familiare e in quell’istante  ho paragonato la Mediazione Familiare al lento trascorrere delle stagioni, le 4 stagioni.

Si inizia con l’inverno, vestito di grigio, con il suo clima rigido, umido, pesante, freddo, con la sua tensione, la sua dittatura…gli alberi spogli, i prati quasi gialli e senza vigore.

L'inverno mi fa pensare alla prima fase della Mediazione Familiare quando le coppie arrivano dopo aver trascorso giorni, mesi magari anche anni nella tempesta della confusione, delle speranze distrutte, delle illusioni perdute.


Molti arrivano senza neanche intendere cosa stanno facendo e nella stanza della Mediazione raccontano che hanno trascorso gli ultimi due o tre anni, oppure di più, non comunicando tra loro, sopraffatti dalla vita che ha dato e ha tolto in una situazione in cui piccoli conflitti quotidiani, non gestiti, si sono trasformati in muri invalicabili.

Sono momenti di grande tensione per loro. 


La stanza della Mediazione  si impregna di emozioni, sofferenze che possono esprimersi anche con estrema violenza, così come spesso può essere violento l’inverno.


Le liti, i conflitti comunque hanno un ruolo molto importante in quanto fanno circolare sentimenti nuovi, producono idee diverse anticipando un cambiamento nelle posizioni.

Il ruolo del Mediatore in quel frangente è estremamente importante perché si pone da specchio, riflettendo quanto viene espresso dalle persone in conflitto le quali, gradualmente, riescono ad acquisire la giusta distanza rispetto alle loro emozioni, modificando il proprio modo di percepire il problema.

Non c’è nulla…solo un vuoto pronto ad accogliere le emozioni della coppia i sentimenti circolano e la tensione sale e sale.

All’inverno succede  la primavera dove gli scenari cambiano, l’aria si riscalda leggermente, sugli alberi è possibile intravedere le prime gemme pronte a sbocciare in poco tempo in un una moltitudine di colori.

Ci sono i primi cambiamenti.

Dopo una fase caratterizzata da forti emozioni e tensioni i genitori possono ritrovarsi su un piano comune (ad esempio i figli e il loro benessere).

Jacqueline Morineau definisce questo processo con il termine di “catarsi”, ovverosia il passaggio dalla sofferenza individuale (il bisogno non soddisfatto) alla sofferenza collettiva (l’interesse comune), legittimando in tal modo il conflitto stesso.

I conflitti portano alla chiarificazione, producono un rinnovo dal quale entrambi i soggetti emergono con maggiore esperienza e più forza.

In questa fase le persone cambiano…si respira aria di speranza…si modifica lo scenario.

Le sedie  prima erano distanziate, gli sguardi fissi al suolo o sul mediatore, i visi rigidi.


In questa fase le sedie si avvicinano, anche se di poco, gli sguardi si incontrano anche se poco, ma si percepisce comunque un lento cambiamento.

Le  persone iniziano a parlarsi.


Questa trasformazione non è immediata è molto lenta, richiede tanta fatica e molta volontà ovverosia richiede un forte  desiderio di andare al di là del conflitto per ritrovarsi su un piano comunicativo che permette di guardare lontano.



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